Movimento per la Vita Cremona


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Culla per la vita

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Una "culla" in ogni città

Nelle scorse settimane ed in rapida successione, tre casi di bambini abbandonati dalla madri subito dopo il parto. Due hanno un nome, Jacopo e Pietro, uno solo ce l’ha fatta. Tutti sono stati subito pronti a stracciarsi le vesti. Ma il Movimento ha scritto a tutti i direttori dei giornali: è inutile versare ora lacrime di coccodrillo, date forza e notorietà alle strutture che già esistono come le Culle che sono già in azione o Sos vita, e allora veramente gesti così drammatici potranno essere solamente un triste ricordo

Tre nuovi casi di neonati abbandonati si sono registrati, in breve sequenza, nelle scorse settimane. E come ogni volta che si verificano casi del genere, giornali e tv fanno a gara nello stracciarsi le vesti. Ed ogni volta è come se fosse la prima volta. Invece anche solo a guardare le pagine della cronaca dal 2001 ad oggi abbiamo contato almeno 30 casi di bambini abbandonati alla nascita. Dunque una media di almeno dieci ogni anno. E vale appena la pena di ricordare che si tratta solo della punta di iceberg in cui spesso è solo la casualità che consente di ritrovare – e qualche volta salvare – il bambino abbandonato. Quanti sono i corpicini che finiscono negli inceneritori o dilaniati dai cani randagi senza che nessuno se ne accorga?Tutti questi casi hanno come fattore comune la disperazione di donne, spesso giovani, spesso straniere, lasciate sole e non sostenute dalla società. Donne che per tutta la vita ricorderanno e pagheranno nel cuore il loro atto.Versare lacrime di coccodrillo non serve – ha scritto il Movimento per la vita in una lettera aperta a tutti i direttori di giornale – se poi non si fa nulla per evitare che fatti come questi si ripetano. Il Movimento per la vita ha realizzato da anni in diverse città italiane (iniziativa che anche in Germania sembra aver preso piede) delle Culle per la vita, moderne e tecnologiche riedizioni della Ruota degli esposti. Basterebbe moltiplicarle e pubblicizzarle adeguatamente per dare la possibilità alle mamme di abbandonare il proprio figlio senza esporlo a rischio di vita anche laddove la legge per il non riconoscimento in ospedale mostra i suoi limiti oggettivi.Ma più ancora, è in funzione da dieci anni, ad ogni ora ed in ogni giorno dell’anno, la linea verde di Sos vita (8008-13000) a cui le donne possono rivolgersi in caso di difficoltà psicologica e materiale a causa di una gravidanza e che, se serve e se vogliono, possono essere indirizzate alla rete dei 300 centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia.Sos vita riceve dalle 2 alle 3mila telefonate l’anno, ma basterebbe che i mezzi di informazione dessero più spazio a questa iniziativa per offrire a tante altre mamme in difficoltà una chance in più.E forse non avremo più altri Jacopo o altri Pietro a ricordarci quanta capacità di accoglienza e di solidarietà la nostra società ha perso.

Movimento per la Vita

Culla per la Vita


I recenti casi di neonati ritrovati, nei cassonetti ma non solo, portano di nuovo alla ribalta il grave problema dell'abbandono dei bambini al momento della nascita.

Ma quali sono le ragioni che spingono una madre a un gesto tanto estremo? Come aiutare le madri in difficoltà?

Per le donne che non vogliono o non possono partorire in ospedale né riconoscere il proprio figlio (secondo il Ministero per le Pari Opportunità oltre 300 casi l'anno sul territorio nazionale) il Movimento per la Vita propone la
"culla per la vita", una struttura in cui le madri potranno lasciare il bimbo nel completo anonimato e in assoluta sicurezza per il piccolo...



Anche a Cremona!!!!
Grazie al C.A.V.!!!!


MARTEDì 22 GIUGNO
Inaugurata dal Vescovo
la culla della vita
presso l'Ospedale di Cremona
È la trentaduesima in Italia


Martedì 22 giugno, intorno alle 12, mons. Dante Lafranconi ha benedetto e inaugurato la "Culla per la vita", una moderna ruota degli esposti situata all'ingresso dell'Ospedale Maggiore di Cremona, di fianco al laboratorio dei prelievi. La nuova struttura, del costo di circa 45.000 euro, è stata totalmente finanziata dal Centro Aiuto alla Vita cittadino, grazie ad una cospicua donazione di Lina Ghisolfi, storica fondatrice e presidente del CAV dal 1982 al 2006. Proprio a lei è stata intitolata la "culla" cremonese, la trentaduesima sul territorio nazionale.

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